Le materie prime critiche (CRM) sono una componente importante dell’interesse europeo verso l’Africa, nel cui sottosuolo si trovano, secondo le stime, oltre il 40% delle riserve globali di cobalto, manganese e metalli del gruppo platino (PGM) – tutti materiali fondamentali per la produzione delle tecnologie della transizione energetica. La transizione green ha infatti scatenato una competizione tra i vari attori globali per le preziose risorse presenti nel continente africano, con Europa, Cina e Stati Uniti – ma non solo – che hanno espresso il loro interesse verso i partner africani con importanti investimenti.
Tramite il suo Piano Mattei, l’Italia ha annunciato una nuova strategia di cooperazione con i Paesi africani che vuole essere innovativa e non predatoria, e che potrebbe estendersi anche al settore dei materiali critici, area cui l’Italia si sta sempre più interessando – è del 2022 la creazione di un “Tavolo tecnico sulle Materie prime critiche”. Se Roma vuole assicurarsi la fornitura di questi materiali per questioni di sicurezza economica, i Paesi africani sono invece sempre più interessati a sviluppare un propria filiera, senza limitarsi all’estrazione – attività con forte impatto ambientale e ridotta creazione di valore aggiunto.
L’Italia sarà in grado di bilanciare le proprie ambizioni con le richieste africane e siglare accordi con i Paesi di estrazione in ambito di CRM?
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L’Italia stringerà accordi bilaterali con Paesi africani su materie prime critiche annunciati entro il 30/5/2024